La compravendita degli animali: Paesi diversi, politiche diverse
La vendita animali non è legale in ogni parte del mondo. O, almeno, non più. Ogni Stato sovrano è libero di scegliere le proprie direttive in merito alla compravendita delle specie animali, tenendo in considerazione, inoltre, che le leggi possono variare anche da una città all’altra. Si prendano come esempio le città americane: negli Stati Uniti ogni ente comunale può varare le norme che ritiene più adatte, il tutto senza dover rendere conto delle direttive assunte nelle altre città. Ecco, ad esempio, che le leggi approvate nello stato della California possono essere differenti da quelle in vigore in Massachusetts. E in Italia? Come funzionano le leggi in merito alla pratica in questione? Approfondiamo la questione prendendo in considerazione la normativa in vigore.
Acquisto e vendita animali. Come funziona la normativa in Italia
Il decreto legislativo in vigore
Per quanto riguarda l’Italia, bisogna sottolineare fin da subito come sia assolutamente legale provvedere all’acquisto di animali e alla loro vendita. Va altrettanto specificato che, al di là della possibilità di allevare animali da destinare al commercio, esiste un decreto legislativo in grado di porre un freno alla vendita animali classificati come “di razza”. Il decreto è il n. 592 del 1992, una norma elaborata appositamente per bloccare la possibile compravendita di animali che, pur essendo privi di pedigree, vengono messi in commercio come animali di razza. Ecco per quale motivo, ad esempio, a un negozio o un privato non viene impedito di poter vendere un qualsiasi animale, a differenza del caso in cui questi siano venduti come animali appartenenti a una determinata razza.
Altre leggi in vigore: la legge n. 201/2010
Abbiamo visto come il decreto legislativo del 1992, di fatto, renda sempre possibile la pratica in Italia, a patto che non si scavalchi la classificazione del pedigree. In questo caso, qualora non si rispetti il certificato della specie è possibile parlare di vera e propria vendita animali illegale. Per contrastare il fenomeno, nel 2010 è stata introdotta una legge apposita (legge n. 201) volta a contrastare proprio le pratiche in questione. Il traffico di animali viene considerato alla stregua di un vero e proprio reato. Un esempio è dato dagli animali che giungono in Italia dall’estero senza microchip e privi delle certificazioni sanitarie apposite: coloro che cercano di vendere animali senza le documentazioni essenziali possono essere soggetti a sanzioni economiche e perfino alla reclusione.
Le modalità di acquisto degli animali e possibili sviluppi futuri della normativa
Da un punto di vista prettamente pratico, per acquistare animali in Italia è possibile recarsi semplicemente all’interno dei negozi o negli allevamenti che si occupano di vendita animali. I negozi, previa autorizzazione, possono vendere qualsiasi specie protetta da pedigree e che disponga di certificazioni, documentazioni e via dicendo. Il discorso vale sia per quanto riguarda il rapporto cliente/venditore che per il rapporto venditore/rifornitore. Alla luce di tutto ciò, è chiaro come sino ad oggi, oltre al discorso fatto in precedenza a proposito della vendita illegale, in Italia sia semplice e pratico acquistare animali. Tuttavia, non si esclude che in un futuro non immediato lo Stato Italiano possa seguire l’esempio di altri Paesi che hanno già provveduto a fornire una maggior tutela alle specie animali. Gli Stati che hanno preferito adottare leggi più protezionistiche si sono mossi proprio nella volontà di combattere gli scambi illegali di animali privi delle certificazioni sanitarie essenziali. In ogni caso, per il momento comprare animali in Italia è assolutamente semplice e, tutto sommato, esente da pericoli di natura illegale, ad eccezione dei casi riferiti in precedenza.