Prima gli agricoltori italiani hanno parlato di pochissimi esemplari strani. Successivamente hanno accennato a dei cinghiali particolarmente strani. Ora, invece, si parla di ciò che è una vera e propria invasione in piena regola.
Tra i gravi incidenti provocati dai cinghiali spicca l’evento avvenuto nei pressi della Capitale, Roma, dove un motociclista è morto a causa di un incidente causato proprio da questi animali così particolari.
Trovandosi di fronte all’animale, il motociclista non ha avuto il tempo di sterzare ed è impattato contro il cinghiale…Tuttavia, quell’evento, fatale per il motociclista, non è affatto il solo.
Difatti, da diverso tempo ormai i vari cittadini romani lamentano una presenza sempre più crescente dei cinghiali strani che girano per le strade della Capitale. Da qui sorge anche la paura per la propria incolumità.
Non solo Roma
E mentre la Coldiretti scalda l’interesse per la questione diffondendo varie cifre a dir poco allarmanti, il Campidoglio valuta un’altra possibilità che potrebbe risolvere la situazione: l’uso di un immunovaccino finalizzato alla sterilizzazione dei cinghiali. Potrebbe essere la soluzione giusta, considerando che in soli 10 anni la cifra dei cinghiali presenti in Italia è a dir poco raddoppiato e ora sfiora addirittura il milione di capi di bestiame. Eppure si tratta di animali che sono particolarmente pericolosi per l’essere umano. Non solo perché sono violenti, girano per le città, ma anche perché provocano numerosi danni all’agricoltura stimabili in ben 100 milioni di euro annuali.
Le altre regioni italiane
Tra le regioni più colpite dalla presenza dei cinghiali spicca la Liguria. Qui le denunce relative alle invasioni dei cinghiali nei campi d’agricoltura crescono di anno in anno in una maniera esponenziali.
I pericoli che la presenza di questi animali comporta, poi, sono praticamente all’ordine del giorno.
Tutto questo ha portato alla firma di un protocollo tra il Comune di Genova e la Regione Liguria, che prevede la creazione di apposite protezioni metalliche a elettricità proprio laddove dovrebbero passare gli animali selvatici.
Cosa a cui si aggiunge anche il monitoraggio dei rifiuti e la creazione di un apposito numero verde regionale, utilissimo per segnalare la presenza dei cinghiali selvatici direttamente in città.
Inoltre si prospetta un’altra possibilità interessante: dare delle multe a tutti coloro che danno da mangiare agli ungulati. Tutto questo per evitare un’ulteriore crescita numerica degli animali simili.
Una situazione simile è avvenuta anche in Toscana, grazie all’approvazione della Legge promulgata dalla Regione e finalizzata al contenimento degli ungulati. Solo nel 2016 ne sono stati abbattuti oltre 100.000 esemplari, mentre nel 2015 all’incirca 80.000. Questo spiana a strada al contenimento dei problemi relativi non solo ai cinghiali selvatici, bensì ai cervi, caprioli, daini e così via. Inoltre la Legge Toscana prevede l’intensificazione dell’attività di caccia nelle aree agricole non vocate.
Le altre regioni particolarmente problematiche sono la Puglia e la Basilicata.
In Puglia, precisamente, il numero dei cinghiali sarebbe non meglio identificato, ma si stima che di cinghiali selvatici liberi ce ne siano addirittura 100.000. Non a caso proprio a Bari, nella periferia di San Paolo, sono stati ripresi due cinghiali abbastanza grandi mentre camminavano per le strade.
E non si è trattato nemmeno del primo avvistamento in assoluto dei cinghiali selvatici nel cuore della città. Riferendosi ai commenti di Nicola Marzulli, il comandante della Polizia, i cinghiali vengono spesso avvistati tra la via Don Gnocchi e il Viale Europa.
Sembrerebbe, che i cinghiali portati in Italia qualche anno fa non sono propriamente dei cinghiali, bensì dei maiali imbastarditi, molto più violenti dei semplici cinghiali selvatici e anche più rumorosi.
Per risolvere il loro problema prima che cresca abbastanza da causare altri danni è possibile intraprendere diverse strade risolutive.
Una di queste riguarda la politica di caccia, in quanto si tratta di un’attività particolarmente utile per diminuire il numero dei cinghiali pericolosi. Stando a quanto riportano molti esperti, bisognerebbe introdurre nelle regioni problematiche la stessa politica di caccia che vige in Umbria.
Qui, difatti, la caccia al cinghiale è aperta durante tutto l’arco dell’anno e non è limitata unicamente a pochi mesi. Mantenere elevato l’interesse verso la caccia per tutto l’anno può sicuramente aiutare a controllare maggiormente la diffusione dei cinghiali selvatici e diminuire il rischio che vi siano altri incidenti potenzialmente mortali per i cittadini o per l’agricoltura.