I monti Picentini si trovano in una posizione centrale del territorio campano. Sono separati da un’altra catena montuosa, il Partenio, tramite il solco dei fiumi Sabato e Sarno, mentre ad oriente e a nord la loro estensione è limitata dai fiumi Sele e Calore.
La catena montuosa dei Picentini è divisa in due gruppi:
Picentini occidentali: le cui vette più alte sono il Terminio (1806 metri.), l’Accèllica (1606 metri) e il Monte Mai (1607 metri).
Picentini orientali: le cui vette più alte sono il Monte Cervialto (1809 metri) e il Monte Polveracchio (1790 metri).
I monti Picentini sono tutt’oggi protetti dall’apposito Parco Regionale, visto che la zona conserva un patrimonio naturale davvero magnifico. La flora presente nel territorio è assai varia ed è possibile ammirare anche rarissime piante.
Le piante rare presenti nel territorio Picentino
- Aquilegia Champagnatii: si tratta di una pianta perenne a fusto foglioso la cui parte inferiore è completamente liscia, mentre la metà superiore è rivestita da più ghiandole. Le foglie sono glaucescenti, ovvero di un colore verde-grigio. Quelle poste alla base sono in rosetta (cioè le foglie sono appiattite sul terreno e disposte a cerchio) mentre quelle poste lungo il fusto, che in botanica vengono chiamate cauline, si dividono in inferiori (a picciolo ridotto) e superiori (brattee prive di peduncolo).
Pianta abbellita da fiori reclinati il cui colore può variare dal blu profondo fino all’azzurro (passando anche a tonalità di verde). Il diametro di tali fiori è di 40/65 mm. - Oxytropis Caputoi: altra pianta rarissima presente nella catena montuosa dei Picentini. Decisamente diversa rispetto all’Aquilegia Champagnatii visto che i fiori sono caratterizzati da un apicolo (una punta non rigida). Gli Oxytropis fanno parte della famiglia delle Fabaceae (anche dette leguminose). Queste specie vengono denominate nello specifico anche Caputoi in onore dell’illustre botanico italiano Giuseppe Caputo (professore di Botanica a Napoli).
Un paesaggio naturalistico variegato e colorato
Non solo la presenza di due esemplari rari che da soli ci invitano a visitare questo patrimonio naturale tra i più importanti e belli d’Italia, ma il paesaggio naturalistico di questo territorio è così variegato che “rischiamo” di perderci tra tutte le bellezze che la natura ci offre.
Citiamo ad esempio le foreste meso-mediterranee che presentano una flora assai diversificata, tra cui spiccano gli aceri, la roverella, l’ontano napoletano, l’ornello, il carpino, il falso pistacchio e la carpinella.
Spostandosi nella valle di Caccia di Senerchia troviamo il pino nero d’Austria. In Italia non è di certo comune trovare questo albero, anche se ciò non ci permette di classificarlo come esemplare raro.
Il pino nero d’Austria è caratterizzato da una corteccia il cui colore varia dal rosso marrone al grigio. Negli esemplari adulti la corteccia è divisa da delle placche grandi di colore grigio.
Le foglie di tali alberi sono aghiformi (la lunghezza può variare da 8 a 20 cm). Naturalmente non vi è la presenza di fiori, considerando che i pini neri d’Austria fanno parte della famiglia delle conifere.
Le gole strette tra le pareti rocciose (che in gergo possiamo chiamare con il nome di forra) consentono l’esistenza dell’erba stella amalfitana. Nella sua forma selvatica questa pianta può essere presente in ogni prato incolto e anche nelle spiagge. Tuttavia, l’erba stella può anche essere coltivata, visto che è ricca di vitamine e di sali minerali. Le sue foglie si possono mangiare anche crude o magari possiamo inserirle in un’insalata mista.
I monti Picentini rappresentano uno dei territori italiani più ricchi di flora (ma anche di fauna con esemplari, pure in tal caso, rari) e proprio per questo è uno dei più colorati. Basti pensare che al colore azzurro del cielo e delle acque si sovrappongono il verde delle distese e le più variegate tonalità derivanti dalla presenza di tante specie di fiori.